L’uccello acquatico si è riprodotto troppo e pone problemi per la pesca, soprattutto nella acque interne. Sefcovic: “In elaborazione linee guida per la deroghe della direttiva uccelli”
Bruxelles – Non solo lupi. L’Europa adesso ha problemi anche con i cormorani, uccelli acquatici che si sono riprodotti troppo impattando sul settore della pesca, in particolare quella interna, di acqua dolce, e a cui l’Ue pensa di rispondere consentendo caccia in deroga alla norme comunitarie. Strano eppur vero, tanto che la questione viene sollevata ufficialmente alla Commissione europea.
E’ l’europarlamentare tedesco del Ppe, David McCallister, a denunciare la riduzione di circa il 20 per cento della produzione ittica fluviale e lacustre nell’ultimo decennio a causa del sovra-popolamento dei cormorani. Risultato: “Le catture sono diminuite in molte aree“, denuncia l’europarlamentare, per cui “anche predatori come cormorani sono da biasimare” per la situazione.
Il cormorano è una specie molto diffusa in Europa. Noto come ‘corvo dei mari’, è un predatore lungo 80-100 centimetri che si nutre di pesci. L’apparato respiratorio del cormorano gli consente di poter rimanere sott’acqua, sia dolce sia salata, fino a un minuto, per immersioni fino a nove metri. Caratteristiche che però adesso finiscono con creare un conflitto con le attività umane. L’Ue può poco, e quel poco che può è aprire la strada alle doppiette.
Del resto, spiega il commissario per il Green Deal, Maros Sefcovic, non esistono grandi possibilità di risposta al fenomeno. Perché non esiste una legislazione specifica sui cormorani, protetti e tutelati soltanto ai sensi della “direttiva uccelli” nell’ultima versione aggiornata al 2009. L’unica cosa da fare, è “la possibilità di utilizzare deroghe ai sensi dell’articolo 9 della direttiva”, specifica Sefcovic. Spiegazione che, tradotta dal diritto, vuol dire caccia in deroga agli obblighi di conservazione dell’avifauna, inclusa quella migratoria, per comprovate ragioni di interesse della salute e della sicurezza pubblica, ragioni di sicurezza aerea, prevenzione di gravi danni alle colture, al bestiame, ai boschi, alla pesca e alle acque, e per la protezione della flora e della fauna.
E’ (quasi) aperta la stagione di caccia europea al cormorano, dunque, benché le sue carni non siano considerate commestibili a meno di una lunga frollatura, oramai caduta in disuso. In fin dei conti, riconosce Sefcovic, “la Commissione è consapevole che una recente espansione della popolazione di cormorani può rendere difficile il bilanciamento dei conflitti tra interessi umani e cormorani”, e l’esecutivo comunitario è consapevole dei contraccolpi su economie locali e ambiente, e non può lasciar correre.
Dopo l’allentamento delle misure di protezione del lupo, adesso si aggiunge quella per i cormorani, specie allo stato attuale in buono stato di conservazione e a rischio estinzione basso. I cacciatori di tutta l’Unione europea sono dunque avvisati: “Sono in fase di elaborazione linee guida sull’applicazione di tali deroghe” alla caccia dei cormorani, garantisce Sefcovic.